Ex Filanda

DISTRETTO
CULTURALE
EVOLUTO

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LA STORIA

in collaborazione con Spazio Giovani e Consorzio Comunità Brianza ONLUS e finanziato da AZIENDA SPECIALE FARMACIE COMUNALI VIMERCATESI

 in collaborazione con Spazio Giovani e Consorzio Comunità Brianza ONLUS e finanziato da Fondazione per i Bambini

in collaborazione con Spazio Giovani e Consorzio Comunità Brianza ONLUS e finanziato da Fondazione Comunità Brianza 

Make in Progress in questo ha offerto la possibilità di costruire da zero un nuovo asset per la partecipazione collaborativa tra designer e aziende all’interno di un OPEN INNOVATION HUB.

 

La collaborazione tra professionisti e “entusiasti” tecnologici porta quindi a trasformare questi luoghi in veri e propri Hub per lo sviluppo del singolo e del collettivo traendo benefici dall’eterogeneità di conoscenze presenti. 

 

L’obiettivo è quello di creare un trampolino di lancio per lo sviluppo delle giovani figure professionali, dando ai professionisti la possibilità di crearsi un portfolio personale di collaborazioni aziendali.

La Camera di Commercio di Monza e Brianza, nell’ambito di un accordo con la Provincia di Monza Brianza e la Regione Lombardia, ha finanziato l’infrastrutturazione di un makerspace dotato di taglio laser, stampanti 3D, un laboratorio di elettronica e una fresa CNC di medie dimensioni. Infrastrutture che costituiscono a tutti gli effetti un Fab Lab, che è stato, infatti, successivamente inserito, nel network dei laboratori attivi in Italia.

Consapevoli delle difficoltà che hanno i progetti di riqualificazione una volta esauriti i finanziamenti, è stato proposto un concept potenzialmente in grado di generale lavoro e capitale sociale tramite una riflessione su 4 temi:

1- Making (spazi del fare per cittadini ed imprese);

2- Arte (nuovi modelli di contaminazione e crescita culturale);

3- Food (riflessione sulle produzioni locali);

4- Lavoro (principalmente co-working e spazi collaborativi).

Le tematiche sviluppate hanno avuto un riscontro diretto nella conformazione degli spazi all’interno della Filanda, generando un’unica area fluida dove queste attività potessero coesistere e alimentarsi a vicenda valorizzando la conformazione architettonica del bene restaurato.

Durante la terza fase ha avuto luogo il test dello scenario previsto dal metodo anticipatorio, con l’obiettivo di verificare la validità del concept. La “demo experience” ha consentito lo svolgimento di diverse attività nel distretto, come workshop e corsi strutturati all’interno del centro civico cittadino rigenerato dagli stessi cittadini in due workshop tematici sulla rigenerazione di uno spazio da condividere nella municipalità. L’ambiente, vero e proprio dimostratore fisico di progetto, ha permesso l’individuazione di un gruppo di cittadini intenzionati ad avviare il proprio “business sociale”.

Rispetto all’attivazione del progetto "Make in Progress" il design ha svolto un ruolo fondamentale attraverso l’implementazione di varie azioni:

  1. Analisi del territorio e di casi simili
  2. Definizione di uno scenario compatibile con il territorio
  3. Test dello scenario (demo del servizio)
  4. Definizione di un modello di business e della sostenibilità economica (creazione di nuova impresa).

Nella prima fase di sviluppo è stata essenziale un’analisi qualitativa e quantitativa del territorio finalizzata all’individuazione dei soggetti-impresa potenzialmente coinvolgibili nel piano strategico. Un’operazione che ha avuto come output una mappa del territorio.

L’intento principale dell’analisi era quello di verificare se e come il design, l’innovazione sociale e le politiche pubbliche potessero definire un “ecosistema o ecologia dell’innovazione” e configurare un modello di “Innovazione Resiliente”.

Il raggruppamento ha partecipato ad un bando di Regione Lombardia (PROGRAMMA ASTER) ottenendo un ulteriore finanziamento a copertura dei costi di co-finanziamento. 

Questo meccanismo virtuoso, ha portato sul territorio circa 1,6 Milioni di euro per il recupero/restauro della Ex-Filanda e per l’avvio di un modello innovativo di gestione senza intaccare le casse comunali e generando opportunità per il territorio. I fondi sono stati utilizzati prevalentemente per il recupero architettonico del bene.

che nasce all’interno di un’azione più ampia denominata Distretto Culturale Evoluto Monza Brianza a cura di Fondazione Cariplo.

Nonostante non sia stato reperito alcun atto ufficiale riguardo alla costruzione dell’edificio, secondo i discendenti di uno dei fondatori e degli anziani sulbiatesi essa può essere fatta risalire al 1923.

Sicuramente, il 23 Gennaio 1925, nello studio del notaio Dr. Piero Monforte Ferrario, sito in Milano, si costituì la Società Anonima per azioni denominata Setificio di Sulbiate Brianza fra i signori Antocio Cav. Ottolina, Ambrogio Fumagalli e Giuseppe Foppa Pedretti.

Soci maggioritari i signori Ottolina e Fumagalli con 115 azioni a testa, pari a lire 230.000, «valore consensualmente riconosciuto» alla filanda, costituita da «ottanta bacinelle in pieno funzionamento, col macchinario, impianti, attrezzi e mobili esistenti»

La struttura portante, di forma rettangolare, è costituita da lesene di mattoni a vista in cotto e ampie vetrate a tutta altezza. Sulla testa dell’opificio si trova la palazzina su due piani con sottotetto, dove erano posizionati gli uffici tecnici ed amministrativi.

Dalla morte del Regio Podestà il Cav. Antonio Ottolina, avvenuta nel 1929, sino al periodo della Seconda Guerra Mondiale vi trovarono occupazione numerose donne sulbiatesi, impiegate nei diversi ruoli legati all’estrazione e lavorazione del filo di seta.

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